venerdì 28 aprile 2017

In un vagone rosa

 

ARTHUR RIMBAUD

SOGNATO PER L’INVERNO

                                    A *** Lei

D’inverno viaggeremo in un vagone rosa
    con dei cuscini blu.
Staremo bene. Un nido di folli baci si nasconde
    in ogni morbido angolino,

Tu chiuderai gli occhi per non veder, dal vetro,
    ghignare le ombre della sera,
collerici mostri, nera plebaglia
    di lupi e di demòni.

Poi ti sentirai sfiorare lieve la guancia...
un breve bacio, come un ragnetto folle,
    ti correrà sul collo...

“Cercalo!” mi dirai, chinando un poco il capo,
- ma ci vorrà del tempo per trovar la bestiolina
    - che corre senza posa...

In treno, 7 ottobre ’70

(da Poesie, 1895 - Traduzione di Laura Mazza)

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Quando scrive questo sonetto a dire il vero un poco sdolcinato, Arthur Rimbaud è un ragazzino che sta per compiere sedici anni ed è per la seconda volta in fuga da casa dalla natia Charleville verso il Belgio. È proprio su quel treno che dipinge questo sogno d’amore, forse originato da un incontro di viaggio o semplicemente usato come occasione poetica.

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Ricardo Lopez Cabrera

DIPINTO DI RICARDO LOPEZ CABRERA

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LA FRASE DEL GIORNO
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero un tuo fedele. / Quanti splendidi amori ho sognato allora!
ARTHUR RIMBAUD, Poesie




Jean Nicolas Arthur Rimbaud (Charleville, 20 ottobre 1854 – Marsiglia, 10 novembre 1891), poeta francese. Con Baudelaire e de Nerval ha più contribuito alla trasformazione del linguaggio della poesia moderna. L'opera di Rimbaud comincia con versi legati per arrivare al verso libero e alla poesia in prosa che diventa lirica e attinge alla libertà dell'immaginario, ai sensi, alla visione irreale.



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