giovedì 12 marzo 2015

Il poeta è un fingitore

 

FERNANDO PESSOA

AUTOPSICOGRAFIA

Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.

1° aprile 1932

(Autopsicografia, da Una sola moltitudine, Adelphi, 1979 – Traduzione di Antonio Tabucchi)

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Questa è la poesia di Fernando Pessoa che preferisco: è naturalmente il perno su cui gira tutta l’opera dello scrittore portoghese, con i suoi tre poeti eteronimi – non pseudonimi, ma veri e propri alter ego, ciascuno fornito di un suo stile e di una sua personalità caratteristica e completa, capaci di assumere autenticità proprio in seguito a questa loro attività artistica. È la “finzione vera” di cui prende carico, in minore o maggior misura, chi scrive, affidandosi all’introspezione, fondendo il reale con i sogni, il passato con il presente e con il futuro.

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fernando_pessoa

FOTOGRAFIA © BAIRROS DOS LIVROS

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LA FRASE DEL GIORNO
Niente si sa, tutto si immagina.
FERNANDO PESSOA, Una sola moltitudine




Fernando António Nogueira Pessoa (Lisbona, 13 giugno 1888 – 30 novembre 1935),  poeta, scrittore e aforista portoghese, considerato uno dei maggiori poeti di lingua portoghese, diede l’avvio al Modernismo nel suo paese. In poesia si scompose in varie altre personalità, contrassegnate da diversi eteronomi, ognuno con un suo stile.



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