sabato 31 maggio 2014

Come i ciottoli

 

EUGENIO MONTALE

AVREI VOLUTO SENTIRMI SCABRO ED ESSENZIALE

Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale
siccome i ciottoli che tu volvi,
mangiati dalla salsedine;
scheggia fuori del tempo, testimone
di una volontà fredda che non passa.
Altro fui: uomo intento che riguarda
in sé, in altrui, il bollore
della vita fugace — uomo che tarda
all’atto, che nessuno, poi, distrugge.
Volli cercare il male
che tarla il mondo, la piccola stortura
d’una leva che arresta
l’ordegno universale; e tutti vidi
gli eventi del minuto
come pronti a disgiungersi in un crollo.
Seguìto il solco d’un sentiero m’ebbi
l’opposto in cuore, col suo invito; e forse
m’occorreva il coltello che recide,
la mente che decide e si determina.
Altri libri occorrevano
a me, non la tua pagina rombante.
Ma nulla so rimpiangere: tu sciogli
ancora i groppi interni col tuo canto.
Il tuo delirio sale agli astri ormai.

(da Ossi di seppia, 1928)

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Essere come il mare, essenziale nella sua variabilità, un flusso continuo di onde che nella loro piccolezza però con la costanza levigano i sassi del fondale, apprenderne la lezione di invincibilità, di impermeabilità allo scorrere del tempo. Questo è il desiderio di Eugenio Montale (1896-1981), anzi, per meglio dire, del Montale fanciullo di fronte al mare. Ne è invece uscito un uomo che si tormenta per l’impossibilità di trovare un senso all’esistere, che si barcamena tra la speranza di trovare la chiave che consenta di risolvere il mistero e la negativa risposta della ragione. Eppure, è proprio il canto del mare infine a cullare come una nenia l’anima del poeta.

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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LA FRASE DEL GIORNO
Vorrei prima di cedere segnarti / codesta via di fuga / labile come nei sommossi campi / del mare spuma o ruga.
EUGENIO MONTALE, Ossi di seppia




Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.

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