martedì 18 febbraio 2014

Ricordare, dimenticare

 

ERICH FRIED

FORSE

Ricordare
è
forse
il modo più tormentoso
di dimenticare
e forse
il modo più gradevole
di lenire
questo tormento

(da Es ist was es ist, 1983  - Traduzione di Andrea Casalegno)

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Una delle classiche poesie di Erich Fried (1921-1988), dove il poeta austriaco naturalizzato britannico gioca con le contraddizioni, con gli ossimori, con i se. Gioca tutto sulla forza del ricordo, sulla sua dolorosa necessità che si trasforma sovente in una esperienza amara e dolce al contempo come la nostalgia. E se è vero, come scrisse Gesualdo Bufalino che  è “Pericoloso entrare senza frustino nella gabbia dei ricordi. Mordono”, è altrettanto vero che, una volta domati, “Nel ricordo il tumulto si placa”, come teorizzò Cesare Pavese nel Compagno.

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1

VAHID BABAEI, “MEMORY”

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LA FRASE DEL GIORNO
Ricordare e dimenticare sono parte dello stesso processo mentale. Scrivere un dettaglio di un evento è non scriverne un altro (a meno di continuare a scrivere all'infinito). Ricordare una cosa è lasciare scivolarne un'altra nell'oblio (a meno di continuare a rievocare all'infinito).
JONATHAN SAFRAN FOER, Se niente importa




Erich Fried (Vienna, 6 maggio 1921 – Baden-Baden, 22 novembre 1988), poeta austriaco naturalizzato britannico. Ebreo, fu costretto ad abbandonare il suo paese nel 1938 dopo l'occupazione nazista. Emigrato a Londra, fu giornalista e commentatore del programma in lingua tedesca della BBC.



2 commenti:

Vania ha detto...

...qui ragionevole/disincantata vita...bella!

ciaoo Vania:)

DR ha detto...

e talvolta la dolorosità è la piacevolezza del ricordare