mercoledì 28 settembre 2011

Dal fondo di uno specchio


JORGE LUIS BORGES

ARTE POETICA

Guardare il fiume fatto di tempo e d’acqua
e ricordare che il tempo è un altro fiume.
Sapere che ci perdiamo come il fiume
e che passano i volti come l’acqua.

Sentire che la veglia è un altro sogno,
sogno di non sognare e la morte
che il nostro corpo teme è questa morte
di ogni notte, che chiamiamo sonno.

Vedere nel giorno o nell’anno un simbolo
dei giorni dell’uomo e dei suoi anni,
trasfigurare l’oltraggio degli anni
in una musica, un rumore, un simbolo,

vedere nella morte il sonno, nel tramonto
un triste oro, questo è la poesia
che è povera e immortale. La poesia
si volge come l’aurora e il tramonto.

Talora nel crepuscolo un volto
ci guarda dal fondo di uno specchio;
l’arte deve esser come quello specchio
che ci rivela il nostro proprio volto.

Ulisse, dicono, stanco di prodigi,
pianse d’amore, scorgendo la sua Itaca
umile e verde. L’arte è quell’Itaca
di verde eternità, non di prodigi.

È anche come il fiume senza fine
che passa e resta; è specchio di uno stesso
Eraclito incostante, uno e diverso
sempre, come il fiume senza fine.

(da L’artefice, 1960 – Traduzione di Maria Vasta Dazzi)

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La prima cosa che salta all’occhio è un fatto puramente tecnico, la rima incrociata identica per ogni quartina, posta in modo tale che i versi si rispecchino. La grandezza di Jorge Luis Borges si esprime anche in questi dettagli: “l’arte dev’essere come quello specchio” dice e lo mette in pratica metricamente! Poi, naturalmente, c’è il significato della poesia, che raccoglie l’ossessione dello scorrere del tempo cara a Borges, così come i temi degli specchi e dei tramonti: la poesia è ciò che fa di un’umile isola come Itaca il luogo più amato perché desiderato e rimpianto, è ciò che fa oro di un perduto ricordo. Perché la poesia trasforma il tempo in musica e simbolo, muta la morte in sonno, fornisce la sua visione di verità mostrando il nostro volto in uno specchio.

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IMMAGINE © ROWEANDESIGN

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LA FRASE DEL GIORNO
L'opera che perdura è sempre capace di un'infinita e plastica ambiguità; è tutto per tutti […]; è uno specchio che svela tratti del lettore ed è insieme una mappa del mondo.
JORGE LUIS BORGES, Altre inquisizioni




Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986), scrittore, poeta, saggista, traduttore e accademico argentino. Creatore di un genere oggi designato “borgesiano”, a definire una concezione della vita come storia, come finzione, come opera contraffatta spacciata per veritiera, come fantasia o come reinvenzione della realtà.


3 commenti:

Vania ha detto...

...la frase del giorno...mi piace molto...sintetica....ma pregna di significati...esattamente una leggenda da cui ricavare i dettagli inimagginabili.


...la Poesia...è una "storia"...una delle tante storie di "tutti"....poi come dici tu la grafia a me non saltava all'occhio se me lo suggerivi.:))

..non vedo la foto.
ciaoooooooooo Vania

DR ha detto...

Risolto per la foto. grazie

In effetti l'opera d'arte deve assomigliare molto a quella carta del mondo in scala 1:1 teorizzata da Borges in un suo racconto, perché si attaglia ad ogni lettore, ad ogni spettatore, ad ogni ascoltatore.

Vania ha detto...

...perfetta la foto !!!

....bravo !!
ciaoooooooo Vania