venerdì 11 giugno 2010

Calcio e poesia

 
Il calcio è fonte di passioni che spesso lo trasformano da sport a crudele rappresentazione. Naturalmente è del campo che parlo, perché tutto quello che avviene al di fuori, che lo corrode come un acido altro non è che violenza e teppismo. Ma sul rettangolo verde si consumano gioie e drammi sportivi: i vincenti inscenano i loro peana di vittoria, gli sconfitti siedono sull’erba con i volti disfatti e gli occhi bagnati di lacrime. Ogni quattro anni i Campionati mondiali esaltano gli istinti sportivi di intere popolazioni. Quelli che cominciano oggi in Sudafrica non saranno da meno. Ancora nessuno sa cosa porteranno, ma hanno nel loro tessuto immagini che vengono da lontano: l’urlo di Tardelli nella notte di Madrid, il gol incredibile di Maradona contro l’Inghilterra nel 1986 e quello scandaloso segnato con la mano, Vittorio Pozzo in doppiopetto portato in trionfo dai suoi giocatori nel 1934, le bandiere nelle notti magiche di Italia ‘90, il cielo azzurro sopra Berlino 2006, i brasiliani con l’immagine di Senna dopo il trionfo ai rigori del 1994…

Emozioni. Come emozione è la poesia. E i poeti non potevano mancare di raccontare il gioco del calcio.
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VITTORIO SERENI

RINASCONO LA VALENTIA E LA GRAZIA

Rinascono la valentia
e la grazia.
Non importa in che forme - una partita
di calcio tra prigionieri:
specie in quello
laggiù che gioca all'ala.
O tu così leggera e rapida sui prati
ombra che si dilunga
nel tramonto tenace.
Si torce, fiamma a lungo sul finire
un incolore giorno. E come sfuma
chimerica ormai la tua corsa
grandeggia in me
amaro nella scia.


(da Diario d'Algeria, 1947)
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UMBERTO SABA

TRE MOMENTI

Di corsa usciti a mezzo il campo, date
prima il saluto alle tribune. Poi,
quello che nasce poi,
che all'altra parte rivolgete, a quella
che più nera si accalca, non è cosa
da dirsi, non è cosa ch'abbia un nome.
 
Il portiere su e giù cammina come
sentinella. Il pericolo
lontano è ancora.
Ma se in un nembo s'avvicina, oh allora
una giovane fiera si accovaccia
e all'erta spia.
 
Festa è nell'aria, festa in ogni via.
Se per poco, che importa?
Nessun'offesa varcava la porta,
s'incrociavano grida ch'eran razzi.
La vostra gloria, undici ragazzi,
come un fiume d'amore orna Trieste.

(da Canzoniere, 1951).

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LA FRASE DEL GIORNO
Il calcio si sta trasformando in una religione sostitutiva di tipo laico, con una sua ritualità, i suoi simboli, le sue cattedrali, le sue sette.
MANUEL VÁZQUEZ MONTALBÁN, Avvenire, 2 agosto 1998




Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.


Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli (Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), poeta italiano tra i massimi del ‘900. Di famiglia ebraica, fu avviato agli studî commerciali, e fu per lunghi anni direttore e proprietario di una libreria antiquaria a Trieste. La sua poesia, quasi intimo diario e confessione, indaga le cose ultime, la donna, l’amore, il senso atavico del dolore. La sua opera è raccolta nel Canzoniere.



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