giovedì 8 aprile 2010

Quando le parole si uniscono


GHIANNIS RITSOS

ANCHE LE PAROLE

Anche le parole
vene sono
dentro di esse
sangue scorre
quando le parole si uniscono
la pelle della carta
s’accende di rosso
come
nell’ora dell’amore
la pelle dell’uomo
e della donna.

(da Erotica, Crocetti, 1981 - Traduzione di Nicola Crocetti)

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C’è un filo rosso che attraversa la poesia greca dai tempi di Anacreonte e di Saffo fino a Kavafis e Ritsos: la forza irresistibile dell’amore, che colpisce “come un maglio” o “come il vento sul monte si abbatte sulle querce”, per usare le analogie dei due lirici antichi citati.

Il tempo passa e scorrono i millenni, addirittura venticinque, prima che Ghiannis Ritsos si esprima con queste parole più moderne ma della stessa intensità di allora. E la sezione di “Erotica” in cui è racchiusa questa poesia si intitola significativamente “Piccola suite in rosso maggiore”, a indicare un ipotetico accordo musicale “forte” come l’amore e vivo di quel rosso che è il colore del sangue, il colore della vita che pulsa: “Bello il tuo corpo / Infinito il tuo corpo. / Mi sono perso nell’infinito” dice il poeta in altri versi della raccolta.

La poesia diventa essa stessa forma d’amore, è il simbolo dell’unione fisica e spirituale di due esseri, della sua energia creatrice, della sua carica di vita, la “risposta definitiva / al niente”.

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Egon Schiele, “Autoritratto con Wally”

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LA FRASE DEL GIORNO
E io a lui: «I’ mi son uno che, quando / Amor mi spira, noto, e a quel modo / ch’e ditta dentro vo significando».
DANTE ALIGHIERI, Purgatorio, XXIV, 52-54




Ghiannis Ritsos (Monemvasia, 1º maggio 1909 – Atene, 11 novembre 1990), poeta greco tra i maggiori del XX secolo. Fu candidato nove volte al Premio Nobel. La sua vita fu animata da un'incrollabile fede negli ideali marxisti e nelle virtù catartiche della poesia.


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