martedì 31 marzo 2009

Risate latine

 
Il “Philogelos”, letteralmente “l’amante della risata” è una raccolta di 265 freddure. La sua caratteristica è quella di essere stato scritto nel IV-V secolo dopo Cristo: rappresenta dunque uno spaccato di vita del tardo impero romano, un trattato di antropologia sociale storica della barzelletta. Secondo alcuni manoscritti i loro autori sarebbero Hierocles e Philagrios, noti anche come compilatori di altre simili antologie. Non era una novità, per l’epoca: già Plauto, nel secondo secolo prima di Cristo, riferiva per ben due volte nelle sue commedie dell’esistenza di tali libretti.
 
Allora, come si rideva negli ultimi secoli dell’Impero romano, quando la decadenza della società che aveva governato sul mondo intero si mescolava al sorgere inarrestabile della religione cristiana? Con un umorismo cinico e talora surreale, un “sense of humour” che anticipa quello britannico e che porta in sé i germi delle storielle moderne. Qualche esempio? Eccolo:
 
  • Un uomo compra uno schiavo, ma poco dopo questi muore. Il tale allora va a lamentarsi con il venditore di schiavi. Che gli risponde: «Be’, non è morto quando ce l’avevo io».
  • Un astrologo incompetente fa l’oroscopo a un uomo e gli dice: «Tu non puoi generare figli». Quando l’uomo gli obietta di averne già sette, l’astrologo ribatte: «Allora guardali bene».
  • Un astrologo fa l’oroscopo a un bambino malato. E dopo aver detto alla madre che il piccolo ha davanti a sé molti anni, chiede di essere pagato. «Torna domani e avrai i tuoi soldi», risponde allora la donna. «Certo», dice l’astrologo, «e che facciamo se il ragazzo muore e io perdo la mia parcella?».
  • Un abitante di Abdera vede un eunuco che parla con una donna e gli chiede se sia sua moglie. Quando costui gli risponde che gli eunuchi non possono avere moglie, l’abitante di Abdera chiede: «Allora è tua figlia?»
  • Un intellettuale, caduto ammalato, ha promesso di pagare il dottore una volta guarito. Quando la moglie lo rimprovera perché beve vino mentre ha la febbre, le dice: «Vuoi che guarisca e che sia costretto a pagare il dottore?»
  • Un intellettuale mette incinta una schiava. Suo padre, alla nascita del bambino, gli suggerisce di ucciderlo. L’intellettuale replica: «Prima uccidi il tuo di figlio, poi io ucciderò il mio».
  • A un maestro incompetente chiedono qual è il nome della madre di Priamo. Non sapendo la risposta, dice: «È educato chiamarla “Signora”»
  • Un giovane sposo chiede alla moglie libidinosa: «Mangiamo o facciamo l’amore?». «Scegli», dice lei, «ma in casa non c’è una briciola».

I soggetti principali di tali arguzie, i bersagli preferiti sono gli intellettuali, gli incompetenti, gli astrologi incpaci o imbroglioni, i misogini, le donne eccitate, e naturalmente, come accade in tutti i gruppi, un particolare gruppo etnico, preso in giro per una sua eccentrica ingenuità: gli abitanti di Abdera sono l'equivalente dei polacchi nelle barzellette statunitensi.

 



 


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LA FRASE DEL GIORNO
L'umorismo (la trovata forse più singolare e più geniale dell'umanità).
HERMANN HESSE, Il lupo della steppa

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