lunedì 21 aprile 2008

Semi di tarassaco


La pioggia di aprile arruffa i soffioni, ne fa bianchi pulcini bagnati. Quando eravamo bambini, il nostro fiato li faceva volare nel vento quei semi di tarassaco, e restavamo ad osservare rapiti la loro nuvola disperdersi nel sole; magari immaginavamo che fossero paracadutisti in missione, come quelli che avevamo visto nei film, lanciati sulla Normandia a salvare l'Europa, o ballerine in tutù che volteggiavano leggere.

Poi i semi cadevano da qualche parte, svanivano alla nostra vista, sarebbero un giorno diventati una piantina, un bocciolo verde, un largo fiore giallo, un altro soffione... Ma già a noi non interessava più: sdraiati sul prato fiorito, tra le margherite e le viole, succhiavamo la cannuccia dello stelo, ne gustavamo quel sapore amaro cercando di riconoscere animali e oggetti nelle nubi che cambiavano forma nel cielo azzurro.

L'infanzia è un territorio magico, ha ancora la dimensione del sogno, del gioco che costruisce e non è imposto dagli schemi meccanici dei videogiochi. Non vive quell'ansia di crescere, quel male di vivere che circonda come un alone anche le adolescenze più felici. Nell'infanzia si vive forse il periodo più spensierato, quando non si è "causa sui" ma si è soggetti alle cure parentali, quando ancora si è tutti simili e quindi perfettamente accordati: "E dire che, quando saremo grandi, forse saremo stupidi come loro!" dice degli adulti uno dei protagonisti della "Guerra dei bottoni" di Louis Pergaud.
Purtroppo le cronache ci dicono che la soglia dell' età "innocente" si abbassa sempre più, che l'isola felice dell'infanzia rischia di sparire perché i bambini di oggi imitano gli adulti e non sono più capaci di emozionarsi davanti a quei semi di tarassaco che volano nel vento di aprile.



Fotografia © Alex Valavanis


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LA FRASE DEL GIORNO
L'esperienza non ha valore etico, è semplicemente un'etichetta con la quale designiamo i nostri errori.
OSCAR WILDE, Il ritratto di Dorian Gray

2 commenti:

Unknown ha detto...

un giorno vidi in una vetrina una borsetta con disegnati soffioni. La acquistai, affascinata. quando vado in riva al fiume soffio forte l'ombrello del tarassaco: è riminescenza di un gioco di fanciulla ma è anche partecipare allo spettacolo della natura che si dissemina, sapere che nulla va perduto, che tutto ha uno scopo.
Nietzsche diceva che la terza fase della metaformosi dell'uomo, dopo essere stati cammelli e leoni, è diventare fanciulli..già un altro prima di lui aveva detto: se non ritornerete come bambini....
penso avessero ragione entrambi

DR ha detto...

Sì avevano ragione Nietzsche e Gesù. Il fanciullino sopravvive in noi (per fortuna).