mercoledì 30 agosto 2017

La città vuota


GHIANNIS RITSOS

MUTAMENTI DI POPOLAZIONI

La città vuota di filosofi, chitarristi, poeti;
forse da lontano mandano qualche segno, qualche favilla
la sera tardi, di tra i riflessi del crepuscolo,
qualcosa sui vetri delle case e nelle buche delle strade
o sulle antenne televisive e sui lampioni. Il che, naturalmente,
non influenza affatto il corso degli eventi. Può darsi tuttavia
che abbia un qualche ruolo più avanti. Ora
commercianti, diplomatici, ragionieri, armatori, trafficanti di antichità e strozzini
affollano le piazze, i bar, i ristoranti. E le notti
sentiamo gli enormi camion coperti scaricare
sul lastricato lustro del Mercato, davanti ai frigoriferi immensi,
certi enormi pescicani scuoiati dalle fauci aperte.

Kàlamos, 31.X.82

(da Il funambolo e la luna, Crocetti, 1984 – Traduzione di Nicola Crocetti)

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Mamma mia! Com’è profetica questa poesia di Ghiannis Ritsos, sembra scritta oggi e non 35 anni fa! Una fotografia dell’impoverimento della società, della sostituzione del ruolo degli intellettuali con quello dei giudici dei talent show, dei “tronisti” di Maria De Filippi, delle sciacquette che popolano vuoti programmi televisivi, dei tuttologi che imperano nei vacui talk show del pomeriggio. Una fotografia dell’economia moderna con i suoi vortici di emigrazioni e immigrazioni – e proprio la Grecia di Ritsos ha pagato e paga ancora adesso i danni della gravissima crisi iniziata con i subprime del 2008.

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Buzzati

DISEGNO DI DINO BUZZATI

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LA FRASE DEL GIORNO
Potessero ritornare quei tempi - dice – / quando le cose belle erano in eccesso / e credibili - come un fiore nel bicchiere.
GHIANNIS RITSOS, Molto tardi nella notte




Ghiannis Ritsos (Monemvasia, 1º maggio 1909 – Atene, 11 novembre 1990), poeta greco tra i maggiori del XX secolo. Fu candidato nove volte al Premio Nobel. La sua vita fu animata da un'incrollabile fede negli ideali marxisti e nelle virtù catartiche della poesia.


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