venerdì 30 giugno 2017

Il riflesso di un sapere obliato


HENRIK NORDBRANDT

VERSO L’AFRICA

Quando scivoliamo l’uno nell’altra
i nostri volti si fanno più nitidi
sui segreti colori della terra
che si mescolano in un alone verdeturchese
del centro rosso rubino
che ci scaglia fuori nella notte estiva
finché il miele selvatico comincia
a gocciolarci dalle punte delle dita.
E il tuo corpo, che è stanco di viaggiare
come una tribù nomade in estinzione
trasforma la mia anima nel mio sesso
mentre i miei pensieri diventano femminili
e fuggono, casti come polene
seguiti da una scia di sangue e profumo.
E il tuo profilo egizio si volta
verso il riflesso di un sapere obliato dei tuoi occhi nei miei
e fa accendere una serie di invisibili lettere che dicono
come tutto è già scritto, ma nulla è stato letto
finché non sarà scritto ancora, dalla mia vita sulla tua e dalla tua sulla mia
mentre uno di noi è sempre diretto da sud a nord
e l’altro sempre diretto da nord a sud.

(da Il nostro amore è come Bisanzio, Donzelli, 2000 – Traduzione di Bruno Berni)

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“Uno di noi è sempre diretto da sud a nord / e l’altro sempre diretto da nord a sud”: ma, dice il poeta danese Henrik Nordbrandt, nell’unione sessuale dei corpi c’è la possibilità di incontrarsi, di conoscersi, di comprendersi l’un l’altra e di riuscire finalmente a ricordare quel sapere dimenticato, a intravedere per qualche istante la luce del mistero.

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Love

MARTA NAEL, “BE MY VALENTINE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Hai gettato un’ombra bella e dura / sui miei giorni inquieti. Intorno a essa / la luce è si fatta incredibilmente forte. / Mille strade d’un tratto sono andate verso il mare.

HENRIK NORDBRANDT, Il nostro amore è come Bisanzio




Henrik Nordbrandt (Fredericksberg, 21 marzo 1945), poeta, scrittore e saggista danese, debuttò nel 1966 con Poesie. La sua lirica raffinata riflette i temi del Mediterraneo (Italia, Grecia e Turchia) dove soggiorna a lungo assorbendone colori, suoni e paesaggi, sulla passione erotica e l’assenza dell’amata.


giovedì 29 giugno 2017

Nella polvere d’oro della sera


GHIANNIS RITSOS

RINVIO CALCOLATO

Bella esce dal porto la nave. Il fumo rosa
nella polvere d'oro della sera. Dunque,
per quante volte ti abbiano rifiutato o tu abbia rifiutato,
una casa bianca sul colle chiede il tuo sguardo,
un bambino si bagna i piedi in mare sorridendo,
un uccello di notte canta anche per te.
Dunque, rinviamo di nuovo; incoroniamo
sul vetro incrinato questa piccola farfalla.

Karlòvasi (Samo), 29.VI.87

(Da Molto tardi nella notte , 1991 - Traduzione di Nicola Crocetti

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È “molto tardi nella notte” per il poeta greco Ghiannis Ritsos: sente che la fine non potrà tardare ancora a lungo, ma intanto decide che non è ancora il momento, si gode la bellezza dell’estate sull’Egeo a Karlovasi, comune dell’isola di Samo: «Vorrei / mietere ancora una volta con la falce sottile della luna / una spiga matura. Rimanere sulla soglia a guardare / masticando il grano, un chicco dopo l’altro, con gli incisivi / ammirando e benedicendo questo mondo che lascio, / ammirando anche Colui che sale il colle nel tramonto dorato».

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Tramonto

DIPINTO DI PAULINE ADAMS

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LA FRASE DEL GIORNO
Questi bei giorni di sole sottraggono ogni argomento alla tristezza.
GHIANNIS RITSOS, Molto tardi nella notte




Ghiannis Ritsos (Monemvasia, 1º maggio 1909 – Atene, 11 novembre 1990), poeta greco tra i maggiori del XX secolo. Fu candidato nove volte al Premio Nobel. La sua vita fu animata da un'incrollabile fede negli ideali marxisti e nelle virtù catartiche della poesia.


mercoledì 28 giugno 2017

Chi ama la parola


OL’GA SEDAKOVA

CHI AMA LA PAROLA, QUESTI LA CONOSCE

A V.V. Bibichin

Chi ama la parola, questi la conosce,
chi ama il suono lo ode risuonare:
come nello sfavillio dei raggi guizza squillante
come arabesco subitaneo l’iride.

E nella nube luminosa della risonanza
gli sarà d’appagamento pieno,
di terreni regnanti e regni vano sogno,
la serenità diletta.

2000

(da Poesia, n. 262, Luglio-Agosto 2011 - Trad. Giovanna Parravicini)

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Riprende il tema di una vecchia poesia, Parola, la poetessa russa Ol’ga Sedakova: ”E colui che ama sarà riamato. / Chi serve, sarà servito - / se non ora, un giorno che verrà”. I poeti, cultori della parola, si ammantano del suo vestito regale, della sua preziosa iridescenza, e in essa trovano la libertà, la serenità e la pace.

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Arcobaleno

LEONID AFREMOV, “ARCOBALENO”

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LA FRASE DEL GIORNO
In ogni parola c’è un sentiero stretto, / via d’amarezza e di passione.
OL’GA SEDAKOVA, Vecchi canti - Secondo quaderno




Ol'ga Aleksandrovna Sedakova (Mosca, 26 dicembre 1949), poetessa, scrittrice, traduttrice e saggista russa. Erede della tradizione poetica russa del Novecento, ha fatto parte del movimento della "seconda cultura", esprimendo attraverso i suoi scritti l'appartenenza ad un orizzonte alternativo rispetto a quello sovietico e legato ad un intreccio originale di elementi folkloristici e religiosi.


martedì 27 giugno 2017

Il volo dei panni stesi


CHANTAL MAILLARD

MI CHIEDETE PAROLE CHE CONSOLINO

Mi chiedete parole che consolino,
parole che confermino
le vostre ansie profonde
e vi liberino
dalle continue angosce.
Ma io non ho
questo tipo di parole.
Accettate il mio silenzio: il meglio
di me. Fuggite il soffio che pronuncia,
sulla mia bocca,
l’amara condizione dell’umano.
E, intanto, lasciatemi contemplare
il volo dei panni
stesi alle finestre.

(da Fili, 2006)

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Non ci sono parole che consolino, non più – dice la filosofa e poetessa belga naturalizzata spagnola Chantal Maillard. Però se la filosofa cede allo sconforto e non sa come mitigare le ansie e sollevare il destino umano, la poetessa invece conosce la soluzione: la risposta è in quei panni stesi ad asciugare che sventolano con l’allegra serenità della poesia.

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Larson

DIPINTO DI JEFFREY T. LARSON

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LA FRASE DEL GIORNO
Scrivere per curare per guarire scrivere come chiudere gli occhi senza chiuderli per muovere la mano e seguire il suo corso per sentirsi vivi.
CHANTAL MAILLARD, Uccidere Platone




Chantal Maillard (Bruxelles, 1951), poetessa e filosofa spagnola nata in Belgio. Uno dei suoi temi principali, l'osservazione dei processi mentali , notato molto presto nella sua produzione di saggi e nella prosa dei suoi primi diari, Filosofia nei giorni critici, è consolidato nei Diari indiani, Fusi, Note a margine e Belgio, fino ad indagare i limiti del linguaggio nelle poesie di Fili.


lunedì 26 giugno 2017

In questo territorio


PABLO NERUDA

L’INFINITA

Vedi queste mani? Han misurato
la terra, han separato
i minerali e i cereali,
han fatto la pace e la guerra,
hanno abbattuto le distanze
di tutti i mari, di tutti i fiumi,
e tuttavia
quando percorrono
te, piccola,
grano di frumento, allodola,
non riescono a comprenderti
si stancano raggiungendo
le colombe gemelle
che riposano o volano sul tuo petto,
percorrono le distanze delle tue gambe,
si avvolgono alla luce della tua cintura.
Per me sei un tesoro più colmo
d’immensità che non il mare e i grappoli,
e sei bianca e azzurra e vasta come
la terra nella vendemmia.
In questo territorio,
dai tuoi piedi alla tua fronte,
camminando, camminando, camminando
passerò la mia vita.

(da I versi del capitano, 1952)

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Pochi giorni prima del Natale del 1951 il poeta cileno Pablo Neruda partecipò a Mosca alle lunghe discussioni per l’assegnazione dei Premi Stalin. Forse per rigetto a tanta retorica intellettuale e cattedratica, sulla via del ritorno a Praga, dalle parti di Leopoli scrisse questa bellissima poesia d’amore che è un vero e proprio inno per la donna: enorme è la natura, gigantesche le opere umane, eppure ancora misurabili; infinito è invece il femminile.

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Donna

FOTOGRAFIA © FAIRYLADY PHOTOGRAPHY

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LA FRASE DEL GIORNO
Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia. / Mia sete, mia ansia senza limite, mia strada indecisa!
PABLO NERUDA, Venti poesie d’amore




Pablo Neruda, pseudonimo di Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto (Parral, 12 luglio 1904 – Santiago del Cile, 23 settembre 1973), poeta, diplomatico e politico cileno, è considerato una delle più importanti figure della letteratura latino-americana del Novecento. Fu insignito del Premio Nobel nel 1971.

domenica 25 giugno 2017

Ventilata domenica tirrena


VITTORIO SERENI

DI PASSAGGIO

Un solo giorno, nemmeno. Poche ore.
Una luce mai vista.
Fiori che in agosto nemmeno te li sogni.
Sangue a chiazze e sui prati,
non ancora oleandri dalla parte del mare.
Caldo, ma poca voglia di bagnarsi.
Ventilata domenica tirrena.
Sono già morto e qui torno?
O sono il solo vivo nella vivida e ferma
nullità di un ricordo?

(da Gli strumenti umani, Einaudi, 1965)

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Il poeta Vittorio Sereni si trova di passaggio una domenica, solo per poche ore in una località di vacanza: è Bocca di Magra, frazione di Ameglia, dove la Liguria orientale sta ormai per diventare Toscana. In quel posto, dove poi affitterà una casa, è attratto dalla luce immobile, dagli oleandri, ma anche appunto da quella sensazione di precarietà, che non è solo del trovarsi per poco tempo in un posto, ma che viene a rivestire anche una riflessione esistenziale, addirittura metafisica sul vivere.

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Boccadimagra

FOTOGRAFIA © ORION SAS

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LA FRASE DEL GIORNO
Le nostre estati, lo vedi, / memoria che ancora hai desideri: / in te l’arco si tende dalla marina / ma non vola la punta più al mio cuore.
VITTORIO SERENI, Gli strumenti umani




Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.


sabato 24 giugno 2017

Alla ricerca dell’amore


AMADO NERVO

RIEMPILO D’AMORE

Sempre quando c'è un vuoto nella tua vita,
riempilo d'amore.
Adolescente, giovane, vecchio:
sempre quando c'è un vuoto nella tua vita,
riempilo d'amore.
E quando saprai di aver davanti a te un periodo vano,
vai a cercare amore.
Non pensare: Soffrirò.
Non pensare: Mi ingannerà
Non pensare: Dubiterò.
Vai, semplicemente, diafanamente, gioiosamente,
alla ricerca dell'amore.
Che indole di amore?
Non importa.
Ogni amore è pieno di eccellenza e di nobiltà.
Ama come puoi, ama chi puoi, ama tutto ciò che puoi...
però ama sempre.
Non preoccuparti della finalità del tuo amore.
Esso porta con sé la sua finalità.
Non considerarlo incompleto perché non trovi risposta alla tua tenerezza;
l'amore porta con sé la propria compiutezza.
Sempre quando c'è un vuoto nella tua vita,
riempilo d'amore.

(Llénalo de amor, da Pienezza, 1918)

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L’amore come contrario del vuoto e quindi espressione di quella pienezza del vivere teorizzata dal poeta messicano Amado Nervo capace di condurre al possesso di Dio. Un’idea del resto condivisibile, che ha illustri maestri, dal Sant’Agostino di “Ama, e fa ciò che vuoi” alla Emily Dickinson di “Ho sempre amato / e te ne do la prova: / prima di amare, / io non ho mai vissuto pienamente”.

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Amore

IMMAGINE © 360DOC

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LA FRASE DEL GIORNO
Ogni nuovo amore che appare / ci illumina l’esistenza, / la profuma e la fa fiorire.
AMADO NERVO, L’arciere divino




Amado Nervo, pseudonimo di Juan Crisóstomo Ruiz de Nervo Ordaz (Tepic, 27  agosto 1870 - Montevideo, Uruguay; 24 maggio 1919), poeta e scrittore messicano, appartenente al movimento modernista. La sua poesia è caratterizzata da un sentimento mistico e dalla malinconia.


venerdì 23 giugno 2017

Amanti grigi


MAURICE ECHEVERRÍA

I PONTI SOSPESI

In tutta la città
ci sono ponti sospesi,
tra un edificio e l’altro.

Spesso le persone mi vedono
camminare su questi ponti,
quando ti cerco nella notte inquinata,
e difficilmente ti incontro.

Non sono il solo.

Altri amanti grigi cercano
le loro amate:
disperati, ipnotizzati,
senza pausa o riposo,
attraversano i ponti
come anime ferite da uno sparo:
e per questo si trascinano.

(da I falsi milionari, 2010)

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Ponti sospesi di una città onirica, piccoli incubi che si materializzano da edificio a edificio, dove l’amante deluso e inappagato cerca la sua amata in un panorama quasi da racconto di Buzzati: è quello che immagina lo scrittore, giornalista e poeta guatemalteco Maurice Echeverría.

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dino-buzzati-007

ILLUSTRAZIONE DI DINO BUZZATI

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LA FRASE DEL GIORNO
Io sono ormai uscito da te, confuso fra le innumerevoli ombre. Eppure non so pensare che a te, e mi piace dirti queste cose.

DINO BUZZATI, Sessanta racconti




Maurice Echeverría (Città del Guatemala, 1976), poeta e scrittore guatemalteco. È emerso alla fine degli anni Novanta insieme a un gruppo di giovani che volevano galvanizzare l'ambiente letterario del loro paese. Da allora ha generato un'opera già prolifica in campo letterario, nel genere della poesia, dei romanzi e dei racconti. 


giovedì 22 giugno 2017

Non uccidete il mare


GIORGIO CAPRONI

VERSICOLI QUASI ECOLOGICI

Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: «Come
potrebbe tornare a esser bella,
scomparso l’uomo, la terra».

(da Res amissa, Garzanti, 1991)

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Nella cartella virtuale dove tengo le poesie da proporre su questo blog da qualche mese riposava “Versicoli quasi ecologici”, la poesia di Giorgio Caproni indicata ieri per l’analisi del testo all’esame di maturità. Mi ha fatto piacere vederla scelta, segno che c’è ancora speranza nella scuola nonostante il grossolano errore “Traccie” comparso nel sito web del MIUR. E dunque questa di Caproni è una poesia dal respiro sociale, ambientale: il poeta livornese invoca la corrispondenza tra l’uomo e la natura come il Baudelaire delle Correspondences: “La Natura è un tempio dove incerte parole / mormorano pilastri che sono vivi, / una foresta di simboli che l'uomo / attraversa nei raggi dei loro sguardi familiari”. Una convivenza pacifica, un’armoniosa simbiosi è l’unica possibilità. Invece, come sappiamo bene, l’impatto dell’uomo sulla natura è tutt’altro che gentile, è una violenza continua e irresponsabile (come tacere, ad esempio, sul recente abbandono dei trattati di Parigi da parte dell’America di Trump?). L’uomo, insomma, è la malattia che sta distruggendo il pianeta.

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Inquinamento

FOTOGRAFIA © GENEVA ENVIRONMENT NETWORK

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LA FRASE DEL GIORNO
L'ecologia ci insegna che la nostra patria è il mondo.
DANILO MAINARDI, La Stampa, 28 luglio 2001




Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990), poeta, critico letterario e traduttore italiano. Partito come preermetico attirato da uno scabro espressionismo, approdò a un ermetismo rivestito di un impressionismo idillico. Nella sua poesia canta soprattutto temi ricorrenti (Genova, la madre e Livorno, il viaggio, il linguaggio), unendo raffinata perizia metrico-stilistica a immediatezza e chiarezza di sentimento.


mercoledì 21 giugno 2017

Estate spensierata


Dalle 6.24 di questa mattina, con il solstizio, siamo entrati nell’estate, la “Distesa estate, / stagione di densi climi / dei grandi mattini / dall'albe senza rumore” secondo Vincenzo Cardarelli. È – dovrebbe essere perlomeno – la stagione della spensieratezza, come quella che unisce queste due poesie lontanissime tra loro nel tempo e nello spazio: la prima un’opera tarda del celebre poeta italiano Umberto Saba, la seconda una fresca prova della giovane poetessa argentina Cecilia Moscovich.


Tom Gil

.FOTOGRAFIA © TOM GIL

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UMBERTO SABA

PRINCIPIO D'ESTATE

Dolore, dove sei? Qui non ti vedo;
ogni apparenza t'è contraria. Il sole
indora la città, brilla nel mare.
D'ogni sorta veicoli alla riva
portano in giro qualcosa o qualcuno.
Tutto si muove lietamente, come
tutto fosse di esistere felice.

(da Ultime cose, 1944)

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CECILIA MOSCOVICH

ESTATE

È tornata l’estate
come una promessa umida.
È tornata l’estate
come un sottile veleno.

Il mio cane insegue un rospo
la mia vicina è uscita sulla porta
a prendere il fresco
e apre un sacchetto di cellofan
che vibra proprio come i grilli.
Mio papà mi chiama dall’interno.

Vado a portare i vuoti.
Sono andata a nuotare e il mio corpo si sente leggero
elastico e freddo.
Il giornalaio mi dice
come è grasso il tuo cane,
però è bello.

Non c’è niente come andare a nuotare
e a portare i vuoti
e sentire che domani,
domani di certo
arriverà l’amore.

(da Il tubo da giardino, 2010)

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LA FRASE DEL GIORNO
L’estate ha toccato con le labbra il seno della nuda terra. / E ha lasciato il segno rosso di un papavero.
FRANCIS THOMPSON




Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli (Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), poeta italiano tra i massimi del ‘900. Di famiglia ebraica, fu avviato agli studî commerciali, e fu per lunghi anni direttore e proprietario di una libreria antiquaria a Trieste. La sua poesia, quasi intimo diario e confessione, indaga le cose ultime, la donna, l’amore, il senso atavico del dolore. La sua opera è raccolta nel Canzoniere.

martedì 20 giugno 2017

Una mente in due


WENDELL BERRY

SIEDONO INSIEME SULLA VERANDA

Siedono insieme sulla veranda, il buio
quasi sceso, la casa dietro di loro, buia.
La cena finita, hanno lavato e asciugato
i piatti – solo due adesso e due bicchieri,
due coltelli, due forchette, due cucchiai – poco
da fare per due.
Lei siede con le mani ripiegate sul grembo,
si riposa. Lui fuma la pipa. Non parlano,
e quando alla fine parlano è per dire
ciò che l'uno sa che sa anche l'altra. Ora hanno
una mente in due che infine,
per quante ne sappia, non saprà esattamente
chi prenderà per primo la porta buia, dando
la buonanotte e chi rimarrà a seder da solo
ancora un po'.

(They sit together on the Porch, da A timbered choir, 1998 – Trad. di Paolo Severini)

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Il sereno ménage di una coppia di una certa età – i figli adulti e sistemati, il ritorno a un’esistenza a due. Ed è proprio quella tranquilla intimità, perfino noiosa ma così appagante nel suo calmo e abitudinario svilupparsi, nel suo consuetudinario ripetersi, a risaltare nella poesia di Wendell Berry, scrittore e ambientalista statunitense ma soprattutto fattore e coltivatore di cereali nel Kentucky: quella tranquillità, alla luce di ciò, si può quindi definire con una parola latina, “otium” come nelle Bucoliche virgiliane, “O Melibeo, quest’ozio è il dono di un dio”.

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The-Innocents4

JACK VETTRIANO, “THE INNOCENTS”, PART.

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LA FRASE DEL GIORNO
Per essere sereni, bisogna conoscere i confini delle nostre possibilità, e amarci come siamo.

ROMANO BATTAGLIA, Il fiume della vita




Wendell Erdman Berry (Henry County, Kentucky, 5 agosto 1934), poeta, narratore e ambientalista statunitense. Dal 1965 vive in una fattoria di 50 ettari, Lane’s Landing, dove coltiva grano e cereali. La sua poesia non poteva che essere elegiaca e pastorale.


lunedì 19 giugno 2017

Un sapore andato


CESARE PAVESE

PAESAGGIO VIII

I ricordi cominciano nella sera
sotto il fiato del vento a levare il volto
e ascoltare la voce del fiume. L’acqua
è la stessa, nel buio, degli anni morti.

Nel silenzio del buio sale uno sciacquo
dove passano voci e risa remote;
s'accompagna al brusio un colore vano
che è di sole, di rive e di sguardi chiari.
Un'estate di voci. Ogni viso contiene
come un frutto maturo un sapore andato.

Ogni occhiata che torna, conserva un gusto
di erba e cose impregnate di sole a sera
sulla spiaggia. Conserva un fiato di mare.
Come un mattino notturno è quest'ombra vaga
di ansie e brividi antichi, che il cielo sfiora
e ogni sera ritorna. Le voci morte
assomigliano al frangersi di quel mare.

(da Lavorare stanca, Einaudi, 1943)

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Il tema del ricordo appare nei versi di Cesare Pavese a partire dal 1936: lo scrittore di Santo Stefano Belbo scopre che nella memoria, più che nel silenzio e  nella solitudine che aveva teorizzato fino ad allora, si cela la possibilità di comprendere le cose. Il ricordo è il mediatore che consente la conoscenza: “Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla – ora soltanto – per la prima volta”, come scriverà nel suo diario, Il mestiere di vivere, nel 1942, un paio di anni dopo.

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Spiaggia

CAROL SCHIFF, “RICORDI DELLA SPIAGGIA”

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LA FRASE DEL GIORNO
Non ti sei mai chiesto perché un attimo, simile a tanti del passato, debba farti d'un tratto felice, felice come un dio?
CESARE PAVESE, Dialoghi con Leucò




Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 9 settembre 1908 – Torino, 27 agosto 1950), scrittore, poeta, traduttore, saggista e critico letterario italiano. Nato poeta con Lavorare stanca, si è poi dedicato alla narrativa scrivendo romanzi famosissimi: Paesi tuoiLa luna e i falòLa casa in collina. I suoi temi principali sono il mito e la terra.


domenica 18 giugno 2017

Io sono il mare


JAVIER SOLOGUREN

IL MARE CIECO

Non vedo
mi trapianto
la bocca di un fiore
è un vulcano femmina
ore e minuti
sfilano verso l’interno
ma io sono nel mare

non vedo
bevo
un cielo a rovescio
un turbine bianco
si gonfia fin nelle mie ossa

non vedo
che braccia trasparenti
il colore asseconda a stento il suo crepuscolo

non vedo
che il mare
io sono il mare

(da Poesie, 1988)

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Il poeta peruviano Javier Sologuren era un raffinato estimatore della “poesia pura”, che ha sempre cercato di manifestare nei suoi versi: un simbolismo essenziale capace di opporre la sua estetica alla retorica. Così la descrizione del mare diventa infine, dopo una serie di eleganti metafore, l’immedesimazione con esso.

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MIHAI CRISTE, “IMPRONTE DI VOLO”

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LA FRASE DEL GIORNO
Ogni parola è mia quando sono al limite / dei tuoi occhi, mare, ogni silenzio è mio.

JAVIER SOLOGUREN, Vita continua




Javier Sologuren Moreno (Lima, 19 gennaio 1921 – 21 maggio 2004), poeta, scrittore, traduttore ed editore peruviano. Appartenente alla Generazione del’50, fu un purista, caratterizzando la sua poesia con una combinazione di classicismo, simbolismo e un particolare surrealismo.


sabato 17 giugno 2017

Il sole stilla senza posa poesie


NIKIFÒROS VRETTÀKOS

PICCOLI INNI DI ODE AL SOLE, III

Se parlo così spesso del sole
non è perché ero un bambino
nudo e mi ha vestito.
Così
mi comandano gli alberi che lo
trasformano in fiori, e le api che
a goccia a goccia lo versano senza posa
nelle loro celle. E me lo ordina anche
il cuore, che ha dentro
un piccolo affluente, una vena
tutta mia, da cui il sole stilla
senza posa poesie.

(da L’occhio di luce del sole, 1984 - Traduzione di Gilda Tentorio)

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“Possa il Sole a Oriente, possa il Sole a Occidente, possa il Sole a Settentrione, possa il Sole a mezzogiorno,  possa il Sole dare vita perfetta, e dotarci di lunga vita” è scritto nelle Sūrya Upaniṣad. La forza vivificatrice del Sole è celebrata sin  dall’Inno ad Aton dell’antico Egitto (XIV secolo avanti Cristo): “Tu fai le stagioni per far sì che si sviluppi tutto quel che tu crei”. Dalla Grecia di Helios, il “sole che tutti vede e tutti ascolta” dell’Iliade viene anche il poeta Nikifòros Vrettàkos che ha in tutti gli elementi dell’universo, ma soprattutto nel Sole, la sua Musa.

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DIPINTO DI VLADIMIR KUSH

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LA FRASE DEL GIORNO
Non finisce la poesia, come / non finisce anche il cielo.
NIKIFÒROS VRETTÀKOS, L’abisso del mondo




Nikifòros Vrettàkos (Krokeès, 1° gennaio 1912 – Plumitsa, 4 agosto 1991), scrittore e poeta greco. Partito per Atene alla scoperta del mondo, ne fu deluso. Prese parte in prima linea alla Seconda guerra mondiale e alla resistenza. Espulso dal Partito Comunista per il suo umanesimo di pace, visse in esilio la dittatura dei colonnelli.


venerdì 16 giugno 2017

Le feste del sabato sera


STEPHEN DUNN

PRIMA CHE IL CIELO SI OSCURI

Tramonti, tempeste imminenti, i paesaggi
della malinconia. Sono queste forse
le feste del sabato sera
a cui portare la tua ragazza del cuore. Così almeno
ci potrebbero essere attimi di evanescente bellezza
prima che il cielo si oscuri,
e quasi per nulla attesa
la felicità sarebbe allora possibile.

Impari sempre più a convivere
con l’inaccettabile.
Senti il Dio sempre nascosto
ripiegare ancora più lontano,
con terrore o imbarazzo.
Tanto varrebbe essere un clown,
vestiti larghi e ridicoli, nessun segno di desiderio.

È così che ti senti, mettiamo, un martedì.
Poi nel naufragio quotidiano
ecco che arriva un invito
con scritto il tuo nome. O, più probabilmente,
quella ragazza del cuore torna a offrirti,
una tenerezza fugace, piccola.

Apri le finestre all’aria buona
che entra soffiando da chissà dove,
la inspiri a fondo, la butti giù
come fossi condannato a morte. Lo sei.
Sembra che tu sia ricorso in appello per tutta la vita.
Sudori notturni e un inutile stratagemma, sospensioni della pena.

(da Ore diverse, Del Vecchio, 2009 – Trad. di Marco Federici Solari e Lorenzo Flabbi)

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Il poeta statunitense Stephen Dunn eleva un inno alla vita, così come viene, con le sue ore diverse, con i suoi giorni diversi: capace di ferirci, di stupirci, di emozionarci, di farci attraversare tutte le fasi dei sentimenti, di ubriacarci di malinconia, di stordirci di nostalgia, di illuderci, di farci sperare e sognare, di condurci per mano sulla strada della felicità – e spesso la felicità è semplicemente lo sguardo della “ragazza del cuore”.

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Vettriano

JACK VETTRIANO, “ROMANCE”

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LA FRASE DEL GIORNO
La felicità, come sai, è una festa mobile.
ERNEST HEMINGWAY, Di là dal fiume e tra gli alberi




Stephen Dunn (New York, 24 giugno 1939), poeta e accademico statunitense, vincitore del Premio Pulitzer 2001. La sua poesia-racconto indaga con stile chiaro nelle piccole cose della vita quotidiana alla ricerca di un significato universale.


giovedì 15 giugno 2017

Una notte serena


MARK STRAND

MARE NERO

Una notte serena mentre gli altri dormivano, ho salito
le scale fin sul tetto di casa e sotto un cielo
cosparso di stelle ho guardato il mare, la sua distesa,
le creste mobili spazzate dal vento che divenivano
lacerti di trina lanciati nell’aria. Ristetti nel sussurro
protratto della notte, in attesa di qualcosa, un segno, l’approssimarsi
di una luce distante, e immaginai che ti facevi vicina,
le onde buie dei  capelli che si fondevano con il mare,
e il buio si fece desiderio, e il desiderio la luce incipiente.
La prossimità, il calore momentaneo di te mentre stavo
lassù da solo a contemplare le ondate lente del mare
frangersi sulla riva e farsi per un poco vetro e scomparire…
Perché credetti che saresti uscita dal nulla? Perché con tutto
quello che il mondo offre saresti dovuta venire solo perché io ero qui?

(Black Sea, da Uomo e cammello, Mondadori, 2007 - Traduzione di Damiano Abeni)

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In questi versi del poeta statunitense Mark Strand a risaltare è la forza evocativa dell’immaginazione, capace di creare attingendo alla memoria e al sogno, ma spicca altresì quello che è il procedimento poetico: dalla contemplazione della natura emerge il simbolo, che si trasforma lentamente in poesia per poi svanire. Le domande nel distico finale puntano invece umilmente sulla propria persona: perché io dovrei essere amato? Perché proprio a me si manifesta la poesia?

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 Mare

FOTOGRAFIA © THRUXTONRIDER

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LA FRASE DEL GIORNO
L’attenzione di un poeta si fissa nella zona dove l’interno incontra l’esterno, dove la sensibilità poetica incontra il tempo atmosferico, la strada, la gente, la zona d’ombra tra il sé e la realtà.
MARK STRAND, Paris Review, n. 148, Autunno 1998




Mark Strand (Summerside, Canada, 11 aprile 1934 – Brooklyn, 29 novembre 2014), poeta statunitense di origini canadesi, fu saggista e traduttore, professore di Letteratura inglese e comparata alla Columbia University. Nel 1990 fu insignito della carica di Poeta Laureato della Biblioteca del Congresso.


mercoledì 14 giugno 2017

Cosa sia la vita


DAVID MARIA TUROLDO

NON DITE MAI

Non dite mai cosa sia la vita:
un pozzo d'acqua sorgiva
nel deserto,
la ghirlanda di colori
intorno al collo dei colombi in amore
un raggio di luce nel buio di una cella
o il silenzio dell'alba
quando sorge la luce...

(da Il grande Male, Mondadori, 1987)

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Difficile dire cosa sia la vita, più facile viverla, accoglierla come viene e attraversarla alba dopo alba, tramonto dopo tramonto, cogliendo i doni che essa ci sa elargire anche quando ci mette in difficoltà. David Maria Turoldo lo dice con immagini poetiche, cogliendo quelle emozioni che dovremmo imparare a riconoscere nel corso dei giorni per riuscire a definirla.

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Alba

FOTOGRAFIA DA PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO
La vita è avventura, bellezza, promessa, mistero. Va scoperta passo dopo passo, respiro dopo respiro, strada dopo strada.
ROMANO BATTAGLIA, Foglie




David Maria Turoldo, al secolo Giuseppe Turoldo (Coderno, 22 novembre 1916 – Milano, 6 febbraio 1992), presbitero, teologo, filosofo, scrittore e poeta italiano, membro dell'Ordine dei servi di Maria. Fu sostenitore delle istanze di rinnovamento culturale e religioso della Chiesa, di ispirazione conciliare.


martedì 13 giugno 2017

Ma assai caro


DARIA MENICANTI

POESIA D’AMORE

Le giornate si sono fatte lunghe
i nembi caldi, soffici; marino
quasi
il vento guerriero.
E mi porta farfalle e cartoline
e sull'angolo
te,
un irto di capelli e di sontuose
baruffe,
ma assai caro
egualmente,
assai caro.

Marzo 1964

(da Canzoniere per Giulio, Manni, 2004)

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Quello tra la poetessa milanese Daria Menicanti e il filosofo pavese Giulio Preti fu un matrimonio che durò dal 1937 al 1954, ma il loro rapporto andò ben oltre quei diciassette anni di convivenza: Giulio ritorna nelle poesie di Daria come un amico, come un nume tutelare, un punto di appoggio, un salvatore, un visionario don Chisciotte, un angolo da cui vedere il mondo o, semplicemente, come un ricordo improvviso: “Ogni tuo arrivo inaspettato è un chiuso / guizzo, / una fitta di felicità”.

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DOMINIQUE AMENDOLA, “DONNA CHE LEGGE UNA LETTERA SULLA SPIAGGIA”

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LA FRASE DEL GIORNO
- Come va - chiederai. Da un indomato / vecchio spiccio poema d’amore / sorriderti sarà meraviglioso: / - Bene, quando ti vedo.
DARIA MENICANTI, Un nero d’ombra




Daria Menicanti (Piacenza, 1914 – Mozzate, 4 gennaio 1995), poetessa, insegnante e traduttrice italiana. In lei si mescolano il registro sarcastico e ironico e quello più sottile della malinconia. Per Lalla Romano la sua era “una voce nuova, moderna e classica, per niente alla moda, ma libera e anche audace”.


lunedì 12 giugno 2017

Nell’occhiata del cielo


FERNANDA ROMAGNOLI

TU

Tu, che chiamiamo anima. Tu profuga,
reietta, indesiderabile. Tu transfuga
dal soffio dell’origine.
Non ti spetta razione né coperta
né foglio di reimbarco.
Per registri e frontiere:
non esisti.
Ma in sere come queste, di cangianti
vaticinii fra i monti,
ad ogni varco
può apparire improvvisa la tua faccia
d’eremita o brigante.
«Fronda smossa,
pietra caduta» trasale in sé il passante
che la tua ombra assilla
di crinale in crinale,
mentre corri ridendo nell’occhiata
del cielo, che ti nomina e sigilla.

(da Il tredicesimo invitato, Garzanti, 1980)

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Invisibile, non registrabile – fortunatamente in questo in grado di sfuggire alle maglie della burocrazia – l’anima però è lì da qualche parte dentro di noi: che sia il nostro lato spirituale o l’io capace di emozionarsi, sa come manifestarsi, dice la poetessa romana Fernanda Romagnoli.

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Henderson

STEVE HENDERSON, “EYRIE”

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LA FRASE DEL GIORNO
L'anima e il corpo non sono due cose diverse, ma solo due modi diversi di percepire la stessa cosa.

ALBERT EINSTEIN, Il lato umano




Fernanda Romagnoli (Roma, 5 novembre 1916 – 9 giugno 1986), poetessa italiana. Visse un’esistenza chiusa e riservata, al seguito del marito militare a Firenze, Pinerolo e Caserta. Esordì nel 1943 con Capriccio, cui fece seguire Berretto rosso (1965), Confiteor (1973) e Il tredicesimo invitato (1980)


domenica 11 giugno 2017

Sono donna


MARIANELA CORRIOLS

GEOMETRIA DELLA DONNA

Non entri nel suo tempio chi non ama la geometria
- Platone

Sono donna
Rotonda come l’universo
Piramide che ignora i suoi segreti
Triangolare in alcune parti
con ipotenuse perfette e calcolabili
in ognuno dei miei lati.

Sono donna
Quadrata e tenace quando si tratta di te
Pentagonale quando sfodero
la più segreta delle mie armi.

Sono donna
Lineare
la distanza più breve
tra il tuo tutto e il tuo nulla

Sono donna
punto forse dei tuoi riferimenti.

(da Geometria della donna, Antologia poetica 1985-2005, 2006)

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“Tutto quel che ha creato soavemente / a colpi di mantice / e di trapano d’amore, / le mille e una cosa che mi fanno donna / ogni giorno / per cui mi alzo orgogliosa / tutte le mattine / e benedico il mio sesso”: riecheggiano i versi della sua connazionale Gioconda Belli in questa poesia della poetessa nicaraguense Marianela Corriols. Anche qui spicca l’orgoglio di essere donna, la forza quasi soprannaturale di poter ospitare la vita (tempio, universo, punto di riferimento).

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Picasso

PABLO PICASSO, “DONNA CON VENTAGLIO”

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LA FRASE DEL GIORNO
Sono una donna / e celebro ogni piega del mio corpo / ogni piccolo atomo che mi forma / dove navigano i miei dubbi e le mie speranze.
MIKEAS SÁNCHEZ, Mojk’jäyä-Mokaya




Marianela Corriols (Estelí, 12 settembre 1965), poetessa nicaraguense. Medico chirurgo, scrive da quando aveva quindici anni e vent'anni ha vinto il Premio nazionale nicaraguense per la poesia giovane. È considerata una delle voci più promettenti delle recenti promozioni letterarie nicaraguensi, caratterizzate da un chiaro segno femminile. 


sabato 10 giugno 2017

Come se fosse il tuo


EDUARDO LIZALDE

ALTRIMENTI, NON SERVE

Non importa che non sia vero:
quando vuoi vedermi qualche minuto
vivi con me per sempre.

Quando semplicemente vuoi
fare bene l’amore
abbandonati al mio corpo
come se fosse il tuo
dall’inizio.

Altrimenti, non serve:
sarebbe come prostituirsi
l’uno con l’altra;
di tutto ciò non faremmo che
un bordello gratuito di due persone.

(da La volpe malata, 1974)

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Mette in chiaro subito le cose il poeta messicano Eduardo Lizalde: in amore non esiste il tempo, non esistono i “dieci minuti”, quando si ama si sta sempre assieme, anche quando si è divisi, lontani, anche in città diverse, in paesi diversi. Amarsi veramente è abbandonarsi l’uno all’altro: in questo modo nessuna divisione è possibile. 

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JACK VETTRIANO, “EVERYTHING WITH A TWIST”

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LA FRASE DEL GIORNO
Il tempo breve per consuetudine / e, per consuetudine, fragile / non è abbastanza per l’amore / ed è troppo per il sesso.
EDUARDO LIZALDE Amore




Eduardo Lizalde Chávez (Città del Messico, 14 luglio 1929), scrittore, poeta e accademico messicano. Considerato tra i maggiori poeti ispano-americani, unisce la capacità di alternare alta cultura e semplicità colloquiale, ironia e disincanto, dolore e sensualità. Tradusse Shakespeare e Blake, che ebbe grande importanza nella sua poetica.


venerdì 9 giugno 2017

Come una lama


WERNER LAMBERSY
GIARDINO

Giardino
dove bevo da solo

quando la poesia
dimentica
di chiamarmi

di usarmi
come una lama

contro la mola

(da Talkie Walkie Angel, 1988)

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Il poeta come strumento della poesia, come tramite, ecco che ritorna anche nella visione di Werner Lambersy, una delle maggiori voci francofone del Belgio: è la poesia che entra in lui, che lo chiama, che lo adopera addirittura come una lama da smussare sulla pietra.

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Tonti

DIPINTO DI GERARD TONTI

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LA FRASE DEL GIORNO
La mia anima / Ha l’età della materia infuocata / È nata dal caos e canta / Un canto che sale / A voce spiegata / dal nulla.
WERNER LAMBERSY




Werner Lambersy, (Anversa, 16 novembre 1941), poeta belga di lingua francese. Scelse di non scrivere in fiammingo per protestare contro il padre nazista. La sua poesia, raccolta in più di 70 opere, è influenzata dalle filosofie orientali, in particolare dell’India e del Giappone.


giovedì 8 giugno 2017

Anche se non piovesse


KAKINOMOTO NO HITOMARO

IL ROMBO DEL TUONO


Il rombo del tuono
nel cielo nuvoloso
forse pioverà.

E, quando accadrà resterai con me?

Il rombo del tuono
nel cielo nuvoloso
e anche se non piovesse
resterò con te.


(da Man'yōshū, Vol. 11, versi 2513 e 2514)

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Il giardino delle parole è un breve film di animazione giapponese - o “anime” – realizzato da Makoto Shinkai nel 2013. A legare inizio e fine della storia – l’amicizia tra uno studente quindicenne e una donna ventisettenne che si incontrano in un giardino giapponese nei giorni di pioggia – c’è questo doppio tanka di Kakinomoto no Hitomaro, tratto dal Man'yōshū, ovvero la Raccolta delle diecimila foglie, antologia poetica compilata nella seconda metà dell’VIII secolo: una classica domanda e risposta in cui ci si dichiara amore eterno.

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The_Garden_of_Words
FOTOGRAMMA DA “IL GIARDINO DELLE PAROLE” – SCREENSHOT © CHARLIE TATUM
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LA FRASE DEL GIORNO
Amare è trovare la propria ricchezza al di fuori di se stessi.
ÉMILE-AUGUSTE CHARTIER, Elementi di filosofia




Kakinomoto no Hitomaro (c. 653–655 – c. 707–710), poeta e aristocratico waka giapponese del tardo periodo Asuka. È il più importante dei poeti inclusi nel Man'yōshū, la più antica antologia di waka. La sua poesia incorpora mitologia e narrativa storica. Spesso in elogio della famiglia imperiale, la sua poesia è anche piena di sensibilità umana e di un nuovo, fresco folklore.


mercoledì 7 giugno 2017

Tu sogni con me


ÓSCAR HAHN

SUGLI EMISFERI

Tu sogni con me nell'emisfero sud
e il mio letto proietta due ombre

Io sogno con te nell'emisfero nord
e scricchiola il parquet della tua camera

I nostri corpi camminano per mano
sugli emisferi

(da Mal d'amore, 1981)

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Nel 1977 il poeta cileno Óscar Hahn diventa professore di Letteratura spagnola all’Università dello Iowa. I primi mesi sono difficili, caratterizzati da una solitudine insopportabile che lo porta a scrivere poesie dedicate alla “bella nemica”, come questa in cui la lontananza riveste addirittura due emisferi, quello boreale dello Iowa e quello australe del Cile: l’unico mezzo per superare la distanza è il sogno.

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longdistance

IMMAGINE © AINISASTRA

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LA FRASE DEL GIORNO
Posso essere così lontana /eppure continuo a stare sveglia a guardarti dormire.
JULIA PRILUTZKY FARNY, Antologia dell’amore




Santiago, 05 de Mayo 2011 (UPI). El Consejo Nacional de la Cultura anuncia el ganador del Premio Iberoamericano de Poesía Pablo Neruda 2011, que recayó en Oscar Hahn. (Fotografías Sergio Gajardo)



Óscar Hahn (Iquique, 5 luglio 1938), poeta, critico e saggista cileno appartenente alla Generazione dei Sessanta nota anche come Generazione dispersa. Dopo il golpe del 1973 e l’arresto, scelse l’esilio negli Stati Uniti, dove insegnò letteratura spagnola all’Università del Maryland e in quella dello Iowa.