venerdì 19 aprile 2013

La rima fiore amore

 

UMBERTO SABA

AMAI

Amai trite parole che non uno
osava. M'incantò la rima fiore
amore,
la più antica, difficile del mondo

Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato, che il dolore
riscopre amica. Con paura il cuore
le si accosta, che più non l'abbandona.

Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco.

(da Mediterranee, 1946)

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Questo è il manifesto poetico di Umberto Saba, nel quale il poeta triestino, ormai giunto ai sessant’anni, rivendica la bontà dei suoi versi, ancorati certamente ad uno stile retrò – adesso si direbbe “vintage” – ma in fuga dalle avanguardie e dalle nuove tecniche stilistiche per esprimere, con quelle parole antiche e quelle rime che i critici definiscono banali, concetti nuovi. L’importante, dice Saba, non è il mezzo, ma la cosiddetta “onestà poetica”, la chiarezza e la semplicità che sono in grado di comprendere le verità nascoste e di svelarle. Una lezione di cui ha fatto tesoro Giorgio Caproni: come non pensare leggendo “Amai” di Saba all’incipit di “Per lei”: “Per lei voglio rime chiare, / usuali: in -are. / Rime magari vietate, / ma aperte: ventilate…”

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TRIESTE, VIA DANTE – STATUA DI UMBERTO SABA

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LA FRASE DEL GIORNO
I fatti preesistono. Noi li scopriamo, vivendoli
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UMBERTO SABA, Scorciatoie e raccontini




Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli (Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), poeta italiano tra i massimi del ‘900. Di famiglia ebraica, fu avviato agli studî commerciali, e fu per lunghi anni direttore e proprietario di una libreria antiquaria a Trieste. La sua poesia, quasi intimo diario e confessione, indaga le cose ultime, la donna, l’amore, il senso atavico del dolore. La sua opera è raccolta nel Canzoniere.

2 commenti:

Vania ha detto...

..e io amo l'ultimo verso di questa poesia:)

ciaoo Vania :)

DR ha detto...

anche l'ultimo verso non è per niente male... sebbene l'occhio poetico sia incantato dall'incanto