giovedì 22 dicembre 2011

Il Natale del laico

 

GIORGIO CAPRONI

DINANZI AL BAMBIN GESÙ PENSANDO AI TROPPI

INNOCENTI CHE NASCONO DERELITTI, NEL MONDO

a Valerio Volpini

    Nel gelo del disamore...
senza asinello né bue...
Quanti, con le stesse sue
fragili membra, quanti
suoi simili, in tremore,
nascono ogni giorno in questa
Terra guasta!...

    Soli
e indifesi, non basta
a salvarli il candore
del sorriso.

    La Bestia
è spietata. Spietato
l'Erode ch'è in tutti noi.

    Vedi tu, che puoi
avere ascolto. Vedi
almeno tu, in nome
del piccolo Salvatore
cui, così ardentemente, credi
d'invocare per loro
un grano di carità.

    A che mai serve il pianto
- posticcio - del poeta?

    Meno che a nulla. È soltanto
fatuo orpello. È viltà.

Dicembre 1989

(da Famiglia Cristiana, n. 51, 1989)

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Ho ritrovato in una vecchia scatola una cartelletta con fogli e ritagli da vari giornali e riviste. Tra questi ce n’era una con poesie di Natale, quelle che Famiglia Cristiana richiedeva per l’occasione a poeti più o meno famosi. Nel foglio ci sono versi di Barsacchi, Fiore, Margherita Guidacci, Turoldo e Luzi. La sesta poesia, quella che mi ha maggiormente colpito è di Giorgio Caproni, del quale tra due settimane celebreremo il centenario. Il poeta livornese, davanti al presepio, medita su altri bambini che soffrono – e  anche oggi le notizie dalla guerra del Congo e dalla carestia del Sahel non sono buone, per citare solo gli ultimi eventi e tacere dei pericoli del mondo occidentale. “Soli e indifesi” davanti a un Erode dai molti volti e tra questi purtroppo c’è anche quello della nostra indifferenza. Caproni, laico e agnostico, trova inutili persino le parole del poeta, anzi di più, vili di fronte a tutto questo male. E prova quasi nostalgia per l’amore divino che a lui manca e che invece l’amico credente ha: a lui affida la speranza della luce in questa “Terra guasta”.

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LORENZO COSTA, “NATIVITÀ”

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LA FRASE DEL GIORNO
Così attraversi i mondi / e i millenni, e natura / intera continua a gemere.
DAVID MARIA TUROLDO




Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990), poeta, critico letterario e traduttore italiano. Partito come preermetico attirato da uno scabro espressionismo, approdò a un ermetismo rivestito di un impressionismo idillico. Nella sua poesia canta soprattutto temi ricorrenti (Genova, la madre e Livorno, il viaggio, il linguaggio), unendo raffinata perizia metrico-stilistica a immediatezza e chiarezza di sentimento.


2 commenti:

Vania ha detto...

...un buon ritrovamento.

...mi hai fatto tornare a memoria molte cose.
...grazie.
ciaooo Vania

DR ha detto...

sì, cercavo altro... la serendipità mi ha portato invece a trovare quello di cui avevo bisogno senza neppure saperlo