giovedì 10 febbraio 2011

Cose che non dovevano succedere


WISŁAWA SZYMBORSKA

SCORCIO DI SECOLO

Doveva essere migliore degli altri il nostro XX secolo.
Non farà più in tempo a dimostrarlo,
ha gli anni contati,
il passo malfermo,
il fiato corto.

Sono ormai successe troppe cose
che non dovevano succedere,
e quel che doveva arrivare non è arrivato.

Ci si doveva avviare verso la primavera
e la felicità, tra l'altro.

La paura doveva abbandonare i monti e le valli.
La verità doveva raggiungere la meta
prima della menzogna.

Alcune sciagure
non dovevano più accadere,
ad esempio la guerra
e la fame, e così via.

Doveva essere rispettata
l'inermità degli inermi,
la fiducia e via dicendo.

Chi voleva gioire del mondo
si trova di fronte a un'impresa
impossibile.

La stupidità non è ridicola.
La saggezza non è allegra.

La speranza
non è più quella giovane ragazza
et cetera, purtroppo.

Dio doveva finalmente credere nell'uomo
buono e forte
ma il buono e il forte
restano due esseri distinti.

Come vivere? - mi ha scritto qualcuno
a cui io intendevo fare
la stessa domanda.

Da capo, e allo stesso modo di sempre,
come si è visto sopra,
non ci sono domande più pressanti
delle domande ingenue.

(da Gente sul ponte, 1986)

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10 febbraio. Giornata del Ricordo. Si celebrano gli italiani gettati nelle foibe dell’Istria ad opera dei titini sul finire della Seconda guerra mondiale. “Vi fu dunque un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo, che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una ‘pulizia etnica’. Quel che si può dire di certo è che si consumò - nel modo più evidente con la disumana ferocia delle foibe - una delle barbarie del secolo scorso” disse il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione del Giorno del Ricordo del 2007. E due settimane fa era la Giornata della Memoria per le vittime dei lager nazisti.  “Troppe cose che non dovevano succedere” come dice Wisława Szymborska, la poetessa polacca Premio Nobel 1996. Una serie di orrori adombrati dalla leggerezza espressiva di questi versi ma in realtà espressi con una intonazione molto forte. Perché il Novecento doveva essere il secolo della speranza e invece è stato il secolo di due guerre mondiali, dei lager, dei gulag, delle foibe, della pulizia etnica, dei bombardamenti di civili. È stato il secolo della guerra di Corea e di quella in Vietnam, della guerra dei sei giorni e di quella del Golfo. È stato il secolo delle repressioni, dei regimi totalitari, della rivolta di Budapest e di Praga, dei desaparecidos, degli squadroni della morte, del fascismo e del nazismo, dei colonnelli greci e dei generali argentini, del colonialismo e delle indipendenze. Poi è finito, questo XX secolo, e invece di dimenticarlo, ci siamo ritrovati con l’11 settembre, con la guerra in Iraq e in Afghanistan, con il terrore islamico e i kamikaze. “Chi voleva gioire del mondo / si trova di fronte a un’impresa / impossibile”.

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Fotografia © Roberta F.

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LA FRASE DEL GIORNO 
Coloro che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo.
GEORGE SANTAYANA, The Life of Reason




Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923), poetessa e saggista polacca, insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996 “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà”.


3 commenti:

Vania ha detto...

...ci troviamo sempre con gli stessi stupidi errori....con nomi diversi....quanto "stupidi" siamo.
ciao Vania

DR ha detto...

non impariamo mai la lezione della storia

Costantino ha detto...

Il XX secolo,una mistura di guerra e pace,progresso e sfascio,un secolo a metà tra il buono ed il cattivo,con idee spesso poco chiare su ciò che è buono.