giovedì 13 agosto 2009

Cos’è la poesia? (XI)


JORGE LUIS BORGES
IL SUD

Da uno dei tuoi cortili aver guardato
le antiche stelle,
dal sedile in ombra aver guardato
quelle luci disperse
che la mia ignoranza non ha imparato a nominare
né a ordinare in costellazioni,
aver sentito il cerchio dell'acqua
nella segreta cisterna,
l'odore del gelsomino e del caprifoglio,
il silenzio dell'uccello addormentato,
l'arco dell'androne, l'umidità
- tali cose, forse, sono la poesia.

(da Fervore di Buenos Aires, 1923)


Anche per Jorge Luis Borges, lo scrittore argentino autore di questi versi, la poesia è sensazione, in questo caso nel suo vero significato, ossia quello di espressione sensoriale: il poeta racconta un luogo della memoria, un’intera regione, attraverso i sensi, quello che ha visto, che ha udito, che ha sentito, che ha annusato, che ha toccato. E dalle stelle, dal rumore dell’acqua, dal profumo dei fiori, dal silenzio – si noti la finezza di quel verso che vale un ossimoro – dal contatto con la pietra umida, Borges costruisce un intero microcosmo che altro non è se non poesia.

 

Raquel Taraborelli, "Un canto al sole"

 


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LA FRASE DEL GIORNO
I sensi – come il fuoco – possono purificare o distruggere.
OSCAR WILDE, Il delitto di Lord Savile




Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986), scrittore, poeta, saggista, traduttore e accademico argentino. Creatore di un genere oggi designato “borgesiano”, a definire una concezione della vita come storia, come finzione, come opera contraffatta spacciata per veritiera, come fantasia o come reinvenzione della realtà.


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